Mamma da pochi mesi di una bambina, Sally Barkow è volata dagli States per partecipare alla Barcolana. Niente oceani a vela questa volta, ma un normale aereo e neonata al seguito, prima di lasciarla in custodia alla nonna e salire a bordo di Kind of Magic, con il ruolo di timoniere.
“Se mi mancano gli oceani? Ogni momento della vita ha le proprie caratteristiche e priorità, ho navigato molto, ora è tempo per esperienze diverse, e quella di mamma è meravigliosa. Il mondo della vela, dalle Olimpiadi agli Oceani, fa parte della mia vita e credo che non ne uscirà mai. Timonare una barca è per me una cosa naturale, ed è bellissimo. È il mio lavoro, che oggi assume forme diverse, come quello di allenatrice della squadra olimpica americana”.
Mentre il periodo di maternità volge al termine, Sally guarda al futuro: “Allenare è la mia prossima strada, e mi appaga molto: significa creare e condividere un grande obiettivo con un team che si prepara per raggiungerlo, è far parte di qualcosa di grande, di una impresa”.
Quando le chiedi delle donne nella vela, Sally guarda lontano: “Siamo ancora agli albori. Io ho avuto una carriera nella vela, e come me molte donne, ma si tratta di una percentuale molto bassa rispetto a quante altre non hanno avuto la stessa possibilità. Continuiamo a dirci che ci vuole tempo, ma questa inizia a suonare sempre più come una scusa a non agire. Ora, la Coppa America, con il nuovo regolamento, potrà iniziare a dare un aiuto: quello che bisogna cambiare è sostanzialmente il mindset di chi pianifica e organizza i team; queste persone sono così abituate a circondarsi da uomini, che il cercare una donna rappresenta ancora l’eccezione, indipendentemente dal fatto che ce ne siano di brave e pronte a salire in barca. La Coppa America aiuterà a modificare questo mindset, perché essendo necessario avere un team di donne per competere con il 40 piedi permetterà di focalizzare l’attenzione”. Ma non basta e non finisce qui: “Ci vorrà del tempo, e ci vorrà tempo anche perché le stesse donne si convincano che non ci sono barriere, e che se ci sono si possono superare. Io e molte altre ci siamo riuscite, ma bisogna spingere avanti e andare oltre”.