“Quando Andrea Visintini, il velista triestino che da decenni fa parte del mio team come navigatore, mi descriveva Trieste e la Barcolana senza dubbio non ha fatto overselling”.
Anche quando parla di regate e di vela, l’imprenditrice e filantropa americana Wendy Schmidt, armatrice, skipper e timoniere della sua Deep Blue usa il linguaggio del business.
Non parla del suo lavoro quando sale in barca, e la barca e la vela sono una passione che ha avviato solo dieci anni fa: “Ho scelto la vela non da ragazza, ma da adulta, una decina di anni fa, perché è uno sport in cui puoi specializzarti a qualsiasi età, e puoi farlo sempre, l’età non conta nulla”.
E ancora: “La vela mi piace molto perché richiede concentrazione, Barcolana è una sfida estremamente interessante, mai viste così tante barche assieme. Serve strategia per uscire velocemente dalla partenza ed essere liberi di navigare”.
Poi, l’impegno che la porta nei mari di tutti il mondo, con il suo progetto The 11th hour: “Serviva un grande progetto velico, per ottenere l’attenzione del mondo sulla condizione degli oceani e sull’urgenza di salvaguardarli: l’abbiamo realizzato per parlare a un pubblico ampio, scelto le sfide oceaniche più dure e più importanti e fare notizia portando il nostro messaggio”.
Ma anche la barca che è a Trieste per Barcolana pensa alla sostenibilità: “L’abbiamo varata nel 2020, ed è rimasta ferma a causa della pandemia per un anno: l’ho chiamata Deep Blue per ricordarci ogni giorno che il mare è in pericolo, e va tutelato”.