Davide contro Golia
C'erano una volta un falegname, una impiegata, un idraulico, un operaio turnista alla Illycaffè, un tassista e un libero professionista. Tutti triestini, meno una, muggesana. Tutti maschi, meno una femmina, tutti della Lega Navale, eccetto lei del Circolo della vela di Muggia (e un altro, degli Amici del Mare). Tutti, rigorosamente, velisti locali.
Che in occasione della Barcolana 2013 si sono svegliati di buon'ora, pronti per la regata. Sono partiti "la prima barca in boa, tutto sotto Barcola", come si addice a molti dei "locals", e brezza per brezza hanno girato quinti la prima boa. Con un barchino di 8,40 metri (praticamente per fare una Esimit Europa 2 ce ne vogliono quattro, in lunghezza), rigorosamente triestino, progettata oltre 15 anni fa da Dario Peracca.
Si chiamano Christian Babic, Sara Postogna (al timone), Andrea Cusmich, Massimo Bernobich, Andrea Klun e Franco Polesello: sono l'equipaggio dell'Esco Matto, che ha partecipato alla Barcolana con una barca di nemmeno nove metri, ha girato quinta la prima boa e ha tagliato il traguardo in una storica nona posizione. A memoria degli ultimi dieci anni, non era mai accaduto che una barca così piccola, in tempi di SuperMaxi, ottenesse un simile, incredibile risultato.
È l'eterna storia di Davide contro Golia: Esimit Europa 2 si avvita su se stessa, non riesce a partire, il piccolo Esco Matto passa sottovento, pianin pianino, macina metro su metro e si avvicina, tanto da passare un buon numero di scafi lunghi il doppio o il triplo. «Ancora non ci crediamo - racconterà alle cronache locali l'armatore, il falegname Christian Babich, triestinissimo. Siamo appassionati di vela, ma siamo persone normali. Nessuno di noi è un professionista». Non sanno nemmeno come esprimerla, come incanalarla, questa gioia. Entrano timidi in sala stampa, mentre i grandi campioni della vela vanno e vengono: accolti da una ovazione, sono il simbolo dei tanti Davide che "resistere si può", e anche tagliare il traguardo della regata nei "mitici dieci".