LA REGATA PIÙ GRANDE DEL MONDO 
Trieste 1 - 12 Ottobre 2025
1988
Vincitore: 
Battiston
Vento: 
Ponente
Partecipanti: 
699
Paolo Cori e la vittoria sfuggente
In una regata che si ripete anno dopo anno, come la Barcolana, ci sono personaggi stabilmente protagonisti, altri che, come stelle comete, passano con un lampo di successo per poi sparire, altri invece ancorati a un preciso ruolo.

E' il caso di Paolo Cori, progettista e velista marchigiano che in Barcolana osserva il compito di arrivare sempre a un passo dalla vittoria. Ruolo obiettivamente scomodo, ma pur sempre un ruolo importante, anche perché le barche in regata non sono due, ma un migliaio abbondante. Indubbio che la cosa, al protagonista, stia stretta. Indubbio che Cori abbia lottato per anni, in barca e sulla carta, a suon di progetti, per scrollarsi dalle spalle il ruolo di "numero due", e abbia portato velisti, e timonieri, e sponsor, e idee tali da, potenzialmente, vincere. Poi, in mare, semplicemente non è successo.

La prima barca, negli anni Ottanta, è Rimini Rimini. Poi arriva Amadeus, e gli scafi tra i 55 e i 60 piedi, Città di Trani, Città di Bisceglie, e quindi Pegaso, bellissimo e veloce. Ma non abbastanza.
Il "numero due" per anni lascia (anche in polemica) la regata, poi, improvvisamente, la rivincita. Arriva tutta nel 2002, quando Moonshine, una sua barca ripescata dal tempo gira per prima la prima boa, ed è un successo questa volta inaspettato e inatteso, e questa volta praticamente "gratis".

Cori non commenta il primato di boa, ma in molti vanno indietro nel tempo, e ricordano. Ricordano il secondo posto del 1988, il terzo del 1989, la squalifica nel 1991, il secondo posto del 1992 e del 1993, il quarto del 1994, e si potrebbe continuare. Cori incalza, ma non molla. I suoi scafi si consolano con altri successi e nuove sperimentazioni tecniche. Ma la Barcolana no. Per lui resta a lungo una regata stregata, un sassolino nella scarpa, un muro da scalare, un obiettivo da raggiungere. E la storia non finisce qui, perché Cori ci riproverà, dopo aver portato in regata i ballast (le zavorre liquide) e anche Tommaso Chieffi, che smontato dal Moro vittorioso, nel 1992, ci provò nel 1994 a vincere sul Pegaso, ma non ci fu niente, proprio niente, da fare.
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