Lignanesi all'arrembaggio
Dell'armatore, Paul Zizala, si sa proprio poco, della barca, invece, praticamente tutto. Si chiama Fanatic, e per molti anni, sulla sua randa, ha portato in regata un sottotitolo degno di citazione: "Esprite d'Equipe", spirito di gruppo, scelto (anche per questioni pubblicitarie) dal triestino Berti Bruss.
Ma "spirito di gruppo" è un concetto che ben rappresenta i lignanesi del Fanatic, equipaggio nato nel Covo di Punta Faro, il bar del principale Marina di Lignano, dove la barca ha ormeggio. Il titolare del bar è anche il timoniere della barca: Francesco Battiston, che ha vinto cinque edizioni della Barcolana portando in regata scafi sempre innovativi. Fanatic è uno di questi: si tratta di un Luffe 55, che ben si adatta alle condizioni di vento forte, ma che grazie a vele enormi riesce ad essere velocissimo anche con le bonacce di Barcolana, come quella del 1993.
Marina Punta Faro, inizio anni Novanta: alla fine di ogni regata Fanatic viene amabilmente tirata a terra e ripulita, perché è lo scafo simbolo della tenace lotta del "clan dei lignanesi" per primeggiare alla Barcolana; qui, la "campagna di ottobre" si prepara con particolare precisione, e ogni possibile componente dell'equipaggio viene scelto con oculatezza. Due volte all'anno i triestini portano le loro imbarcazioni a Lignano: avviene per i "Due Golfi", trofeo che si svolge alla fine di aprile, e per il campionato della Laguna, le regate invernali che si concludono a dicembre. Altrettante volte, in primavera per la Muggia-Portorose-Muggia, e in autunno, per la Barcolana, i lignanesi ricambiano la visita. E, in tutti i casi, nel Golfo di Trieste e lungo la costa friulana, non si tratta di visite di cortesia.
Sono regate all'ultimo sangue, bordi per l'eterna sfida tra i due approdi e i rispettivi velisti. Fanatic, per lungo tempo, ha assolto al ruolo di scafo da battere, e ogni partecipazione alla Barcolana è stata una passerella sotto i riflettori che spettano al favorito. E Fanatic è stato protagonista dell'intero campionario: nella sua lunga carriera, ha vinto con la bonaccia e con la bora, è stato penalizzato per partenza anticipata, ha subito sfortune e delusioni. Resiste, inossidabile al tempo, e in Barcolana fa ancora oggi la sua figura: obsoleto tanto da sembrare piccolo (55 piedi sono "pochi", rispetto agli 80 degli scafi candidati alla vittoria dal 2002, ai 30 metri di Esimit Europa nel 2013) resta avvinghiato alla sua magica e mai sopita capacità di volare di poppa, e riesce sempre a ben figurare in classifica, guadagnandosi il rispetto che spetta ai protagonisti della regata triestina, mentre una patina di "antico" si insinua sottocoperta, a ricordare, e far rivivere, quell'originario "spirito di gruppo".