LA REGATA PIÙ GRANDE DEL MONDO 
Trieste 1 - 12 Ottobre 2025
1985
Vincitore: 
Bardelli/D. Paoletti
Vento: 
Bora
Partecipanti: 
602
Vince la principessa dagli occhi blu
Nell'immaginario collettivo le principesse hanno i capelli biondi e gli occhi, ovviamente, blu. Come la barca che Tony Bardelli, friulano doc, cura con amore e con la quale va in crociera, Giannola in testa, tutta la famiglia Nonino di Percoto, quella della grappa e del famoso premio letterario.

Ad un'imbarcazione di venti metri, dalle splendide linee d'acqua, non si può che dare un nome di prestigio, e sulla poppa viene tracciata una scritta che sembra un omaggio: "Blue Eyed Princess". Per chi non ha dimestichezza eccessiva con le regate è d'obbligo rivolgersi a quelli del mestiere, nel caso specifico a Diego Paoletti, che sovrintende ad armo e vele, cura meticolosamente ogni attrezzatura e mette insieme un equipaggio in grado di esprimere al massimo le potenzialità dello scafo. Il quale, assieme ad altri seicento, trova una domenica in cui la bora decide di prendere parte alla festa, e imbianca il golfo con rèfoli talora maligni.

Diego sa da dove tira il vento, dove le raffiche "danno buono", dove è meglio andare un po' di lasco, e come disegnare la bolina che dalla boa di Miramare porta al traguardo di Barcola. E infatti la "Pricipessa" fa una regata da manuale, anche se "Aku Aku" di Scardellato le sta con il fiato sulla poppa, pronto ad approfittare di ogni virata non perfetta. Dicono che quel giorno le distillerie Nonino abbiano subìto un severo colpo al magazzino, a furia di brindisi.

Non accade così l'anno successivo, quando la bora gioca a Bardelli e soci uno scherzo da Carnevale. Tony ha una bella ditta di abbigliamento, "Il Tiglio" di Moruzzo, nella zona morenica del Friuli centrale. Già che va per mare pensa bene di ossequiare il motto "la pubblicità è l'anima del commercio", e sotto la romantica scritta che accenna a principesse e ad occhi con il colore del mare nelle pupille traccia il nome della sua azienda. In regata a quei tempi la pubblicità è proibita, i vertici della Federazione vela ritengono che il loro sport sia elitario, cosa da gentiluomini, che non vanno abbinati ad accostamenti commerciali. Alcuni princìpi della Rivoluzione francese stentano ad affermarsi. La Federazione si ravvederà dopo qualche anno, ma non nel 1986, quando è ancora la bora che detta legge nel golfo di Trieste, straccia una ventina di fiocchi e rande e affonda due piccole barche, per fortuna subito recuperate dal servizio di assistenza.

Disciplinato come un soldato, Diego Paoletti prima della partenza copre con un drappo la scritta commerciale a poppa, ma nell'andatura di lasco le onde sono formate, la salsedine scioglie la colla e la "Principessa" è ancora prima al traguardo, ma un attento giudice di regata si accorge che la proibita scritta pubblicitaria non è interamente coperta. Con grande severità la Giuria decreta la squalifica, e la "Principessa", nonostante i suoi begli occhi ed i meriti agonistici, viene castigata, dietro la lavagna come gli scolari troppo discoli. Tony si arrabbia anche più del dovuto, e decide di non partecipare più a regate. Negli anni successivi seguirà la Barcolana con la sua barca, ma da spettatore. Soddisfatto, ma non troppo, che il tempo gli abbia dato ragione. A proposito di pubblicità e sponsorizzazioni.
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