Sua maestà, la Bora
Le statistiche dei meteorologi dicono che a Trieste, nel mese di ottobre, ci sono tredici giornate di bora. In calendario la seconda domenica di ottobre la Barcolana ha quindi una possibilità su tre di essere disputata sotto raffiche di bora, e infatti la bora si iscrive d'ufficio alla manifestazione per la prima volta nel 1972 per rifarsi viva tante altre volte, anche con grande intensità.
A sentire i racconti dei ragatanti ci sono state edizioni con 37, 40, fino a 55 nodi di bora. La Velocità del vento apparente, ovviamente, è data dalla somma della velocità della barca in andatura di bolina più quella delle raffiche. Un problema? Certamente per gli equipaggi familiari, che con quel vento, quando vanno in crociera, stanno ben fermi all'ormeggio. Problemi anche per gli esperti, aspiranti al successo in assoluto o alla vittoria di categoria, che malvolentieri riducono tela. Problemi anche per quelli che con le regate in condizioni dure non hanno dimestichezza, ma che non mollano, e sperimentano in gara come ci si deve comportare con vento forte. In questo senso la Barcolana fa scuola sotto il profilo marinaresco. La bora è diventata uno dei "personaggi" della Barcolana, e chi si iscrive alla regata sa che con la Bora deve, prima o poi, misurarsi. Non per questo si rinuncia a partecipare. Il poter dire "c'ero anch'io" è più forte delle prudenze, e anzi incita ad accettare la sfida del vento, motore naturale delle imbarcazioni a vela.
La Bora, del resto, è patrimonio, e in un certo qual modo vanto, di Trieste, da sempre in competizione con Fiume (Rijeka) e Segna (Senj). Chi ha la Bora più forte? Neanche il libro "Bora" di Corrado Belci (ed. Lint 2002) risolve il dilemma, ed anzi rivela che un vento simile alla bora soffia anche in una località del Giappone, aggiungendo nuovi interrogativi sui primati. Vento di casa, la Bora di Trieste, che ha ispirato scrittori, poeti, vignettisti e fotografi, ha tanti estimatori, specie tra i velisti. Che parlano di "Bora di greco" (nord-nord est), di "Bora di levante" (est-nord est), e sanno che da certi avvallamenti dell'altipiano le sferzate vengono giù più violente, in alcuni punti del golfo i refoli si distendono regolari sulle onde, in altri ritornano addirittura verso terra. Tutto sanno, e insegnano a chi li sa ascoltare, imparando ad andare per mare senza drammi anche quando la Bora "chiara" imbianca il golfo illuminato dal sole, o la bora "scura" evoca scenari da Mare del Nord.