Sciarrelli, il re all'osteria
Carlo Sciarrelli, grande progettista di barche, autore di un libro, "Lo Yacht", tradotto in una mezza dozzina di lingue, ha sempre detto di non amare la Barcolana, ed anzi afferma di continuare a detestarla, trovandola "il più grande raduno del maggior numero possibile di brutte barche". Lo diceva nella sua splendida casa in Via della Bora, con gli abbaini aperti sopra i tetti di Cittavecchia, e continuava a dirlo nella sua signorile dimora di via Commerciale, con le finestre spalancate sul golfo.
E in effetti uno che ha disegnato più di quattrocento barche, decine delle quali splendide, tutte rigorosamente in legno pregiato, non può amare più che tanto quel raduno popolare di gente che va per mare, e segnala, per alcuni drammaticamente, che le baie solitarie in Dalmazia sono destinate a restare un ricordo. Sciarrelli, geniale autodidatta, ex ferroviere, ha disputato più di cinquemila regate "di quelle vere", e ha fatto oltre diecimila miglia di oceano. Ama, appunto, le "regate vere", le barche in legno, i winch in bronzo, i passacavi in ottone, le vernici trasparenti, le vele di cotone. E dice di considerare la Barcolana "uno sberleffo" alle altre regate, quelle in cui le barche si misurano tenendo conto di stazza e rating, e ai cocktail serali di premiazione si va in abito scuro.
Eppure anche lui non resiste al richiamo della Coppa d'Autunno, e vi partecipa già nel 1970, facendosi ammirare con il suo "Bat", il cutter stazza Tamigi costruito nell'Essex nel 1889, in "lustrofin", che fa bella mostra di sé all'ormeggio dello Y.C.Adriaco. Alle prime edizioni la barca di Sciarrelli è sicuramente la più nobile, ma non la sola tra le vecchie signore del mare. E' tuttavia quella che desta più curiosità, e ammirazione, di tutte, anche perché tiene bene il vento, ed ha un equipaggio di sole due persone. Al giornalista che gli chiese come mai, odiando la Barcolana, vi aveva partecipato, Sciarrelli rispose che "anche il principe talora incanaglisce", e tracciando subito dopo un parallelo tra le sue partecipazioni alla Barcolana, che "il re che talvolta va all'osteria", ha contribuito a sottolineare uno degli ingredienti della regata, di quelli che fanno colore: "In boa chiami acqua, acqua, e ti danno vino".
Come a Sciarrelli, anche ad alcuni altri la Barcolana non piace: troppo popolare, da sport di massa. E non importa se vi regatano decine di olimpionici, campioni mondiali, europei e nazionali di otto-dieci Paesi, e vi sono decine di barche uscite dalle matite di designer famosi, invelate da firme prestigiose nel mondo. A qualcuno non piace, ma non può fare a meno di interessarsene, e di subirne una certa attrazione. Come lo stesso Sciarrelli, che con il suo "Bat", dal '70 al '93, vi partecipa undici volte.